Tutte le frasi di Antonio Spadaro
“Il concetto chiave non è più la ‘presenza’ in rete, ma la ‘connessione’: se si è presenti ma non connessi, si è soli.”
- Dal libro: Cybergrace
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- Dal libro: Cybergrace
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“Il cervello meccanico viene in aiuto del cervello spirituale.”
“Il ‘dono’ assume la forma del gratis. Non spinge a dare e ricevere, ma a prendere e lasciare che gli altri prendano. La riduzione del dono a qualcosa che viene donato, all’oggetto in sé, rischia di oscurare la percezione di una dinamica più profonda, di cui il gesto di donare un regalo è espressione. E col concetto di dono cambia anche quello di...” (continua)(continua a leggere)
- Dal libro: Cybergrace
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“L’ascolto non è più un’azione di «obbedienza» (dal latino ob-audire), ma di «accompagnamento» che dà non senso ma emozione alle cose che si fanno. L’ascolto crea un ambiente più che comunicare un messaggio.”
- Dal libro: Cybergrace
“L’uomo tecnologico è l’uomo spirituale. La tecnologia diventa uno dei modi ordinari che l’uomo ha a disposizione per esprimere la sua naturale spiritualità.”
- Dal libro: Cybergrace
- Dal libro: Cybergrace
- Dal libro: Cybergrace
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“Quale impatto ha la rete sul modo di comprendere la Chiesa e la comunione ecclesiale? E quale impatto ha sul modo di pensare la Rivelazione, la grazia, la liturgia, i sacramenti… e i temi classici della teologia?”
“Una volta l’attenzione doveva necessariamente essere posta all’‘ambiente’ creato dalla liturgia, al suo contesto composto da suoni, colori, profumi, orientamento, oggetti, movimenti. Le parole del sacerdote venivano a essere parte del contesto perché il suono non era sempre riversato in tutte le direzioni. Con l’avvento del microfono e la sua...” (continua)(continua a leggere)
“La rete non è uno strumento, ma un ‘ambiente’ nel quale noi viviamo. I ‘dispositivi’, cioè gli oggetti che abbiamo sotto mano e che ci permettono di essere sempre connessi, tendono ad alleggerirsi, a perdere consistenza per diventare trasparenti rispetto alla dimensione digitale della vita. Sono porte aperte che raramente vengono chiuse. Chi...” (continua)(continua a leggere)
“La tecnologia esprime il desiderio dell’uomo di una pienezza che sempre lo supera sia a livello di presenza e relazione sia a livello di conoscenza: il cyberspazio sottolinea la nostra finitudine e richiama una pienezza. Cercarla significa, in qualche modo, operare in un campo in cui la spiritualità e la tecnologia si incrociano.”
“Se i cristiani riflettono sulla rete, non è soltanto per imparare a ‘usarla’ bene, ma perché sono chiamati ad aiutare l’umanità a comprendere il significato profondo della rete stessa nel progetto di Dio: non come strumento da ‘usare’, ma come ambiente da ‘abitare’.”
“L’avatar è un’estensione digitale dello stesso soggetto che vive e agisce nella vita reale, non un essere autonomo o una parte staccata di se stessi. Tutta la libertà e la responsabilità dell’uomo della ‘prima vita’ sono dunque anche attributi del suo avatar che vive nella ‘seconda vita’, perché sono esse a muoverlo. È la stessa persona che,...” (continua)(continua a leggere)
“La rete è il luogo del dono. Concetti come file sharing, free software, open source, creative commons, user generated content, social network hanno tutti al loro interno, anche se in maniera differente, il concetto di ‘dono’, di abbattimento dell’idea di ‘profitto’.”
“Se i nuovi linguaggi hanno un impatto sul modo di pensare e di vivere, ciò riguarda, in qualche modo, anche il mondo della fede, la sua intelligenza e la sua espressione.”
“Connessione e condivisione di rete non si identificano con ‘incontro’, che è un’esperienza molto impegnativa a livello di relazione.”
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